cotognata 2017 |
cotognata 2016 |
Ho finalmente raccolto le cotogne dal mio magnifico melo...
(a proposito, ma avete visto che meraviglia, in primavera, i fiori di cotogno?) Eccoli:
foto di giardinaggio.net |
Una volta a Roma ho preparato la cotognata. Avevo colto le mele il giorno prima, quindi sappiate che le vitamine del sole e dell'aria di mare sono ancora tutte imprigionate qui dentro!
Cotognata dura
4 kg di cotogne
1.200 di zucchero
succo di due limoni
e tanta pazienza più
mezzo cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
un pizzico di cannella
un'idea di vaniglia
;)
senza pazienza non si fa nulla, e se lo dice una Gemelli come me (che non ne ha molta) ci dovete credere.
Allora, si fa così:
lavate le mele e strofinatele con una spazzolina dura per togliere la lanugine che hanno sulla buccia.
Stando attenti a non tagliarvi (sono molto dure) asportate le eventuali macchie e impurità che le mele dovessero presentare (le mie sono cresciute al sole e al vento e nulla più, quindi i fori di qualche piccolo parassita non mi hanno sorpresa).
Sistematele in una grande pentola con acqua che arrivi a metà della frutta e fatele cuocere ben coperte per sfruttare anche il vapore.
Basterà poco, dopo 15 minuti saggiatele con una forchetta e nel caso tiratele fuori conservando a parte l'acqua di cottura.
Sbucciatele grossolanamente e togliete il torsolo e le residue impurità.
Riunite la polpa così ottenuta in una pentola e aggiungete lo zucchero, mescolando, e cuocendo a fuoco basso.
Aggiungete appena dell'acqua (quella messa da parte), gli aromi e il succo di un limone (assaggiate man mano e vedete se vi piace ancora più aspra, nel caso aggiungete anche l'altro limone).
Io ho profumato il composto con polvere di chiodi di garofano (li ho frullati nel frullatore) e appena appena di cannella (non la amo se troppo intensa), oltre a qualche goccia del mio estratto di vaniglia (trovate la ricetta qui sul blog).
Fate sobollire a lungo, non è affatto vero che dopo 20' sia pronta, come riportato su alcuni blog. Rischiate di riempire le formine e di vederle poi spatasciarsi quando deciderete di estrarle.
Come dicevo, sono necessari pazienza e... gomito, perché la marmellata va mescolata spesso.
Io mi regolo sul cambiamento di colore e sulla consistenza provata al piattino.
Quando la massa avrà assunto un bel colore dorato tendente al rosso, fate gocciolare un po' di marmellata su un piattino pulito e aspettate che si freddi. Spingete appena con l'indice e capirete se la solidificazione è accettabile.
Quando sarà pronta dunque è il momento (se desiderate usare degli stampini, in terracotta come una volta, o quelli in silicone.
In ogni caso bagnati con acqua prima di versare il composto)
di riempirli e di lasciar raffreddare il tutto. Lasciate asciugare un paio di giorni e sformate.
Io consiglio vivamente di far asciugare la cotognata così ottenuta in forno, secondo il procedimento suggerito sotto.
Questa volta, a differenza dell'anno scorso (foto in basso, marmellata 2016)
ho preso due teglie da forno (quelle grandi per intenderci) e dopo averle rivestite di carta forno
ho distribuito uno strato alto circa 2 cm di marmellata, livellandola con la paletta di silicone e un po' di sbattimenti della teglia sul tavolo :D.
Vi consiglio, per non rischiare che l'umidità residua della marmellata faccia ammuffire il frutto del vostro lavoro, di sistemare la teglia in forno ventilato a 60/70° per diverse ore,
girando almeno una volta la "mattonella" di cotognata per far sì che anche la parte inferiore si asciughi bene.
A quella temperatura il forno dovrebbe consumare pochissimo, soprattutto se eviterete di aprilo troppe volte.
Una volta ben asciutta, potrete ritagliare la mattonella con le formine dei biscotti (quelle in metallo) e sistemarla poi in barattoli in attesa di consumarla.
cotognata 2016 |
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