http://melagranata.it/2011/iniziative/una-ricetta-per-i-bambini-di-rocchetta-vara/
Riporto qui, pensando agli abitanti della Valle e ai suoi boschi, la ricetta di una Torta che mi piace molto.
LA TORTA DI CASTAGNE AL CIOCCOLATO
per la base
270 gr di farina di castagne
270 gr di zucchero
250 gr di burro
6 uova
1/2 bicchiere scarso di latte
lievito Paneangeli 1 bustina
per la ganache
300 gr di panna liquida in cui sciogliere 300 gr cioccolato fondente all'85%, quantità sufficiente per 2 strati (cioè solo all'interno, se la torta sarà decorata con pasta di zucchero).
Se invece preferite anche fare la copertura (oltre il ripieno) con il cioccolato, usate 500 gr di panna e 500 di cioccolato fondente all'85%.
Battere i tuorli con lo zucchero per almeno 10' (con qualche goccia d'acqua montano meglio).
Una volta ben montati i tuorli (saranno bianchi) aggiungere alternando cucchiaiate di farina e di burro sciolto.
Stemperare il lievito nel latte fatto prima scaldare con i semini della bacca di vaniglia (e poi lasciato intiepidire), e aggiungere rapidamente al composto.
Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e unire anch'essi, delicatamente.
Versare in una tortiera foderata di carta da forno e cuocere a 180° per almeno 25', poi abbassare a 130° per altri 35' circa.
Una volta trascorsi 20' da questo abbassamento della temperatura, fare la prova stecchino: dipende dai forni, comunque in questa fase finale è bene seguirla un po'. ;-)
Capovolgerla su una gratella e farla raffreddare. La capovolgo perchè così la parte superiore (inferiore nella teglia) risulterà piatta e liscia, e si può decorare meglio.
270 gr di farina di castagne
270 gr di zucchero
250 gr di burro
6 uova
1/2 bicchiere scarso di latte
lievito Paneangeli 1 bustina
per la ganache
300 gr di panna liquida in cui sciogliere 300 gr cioccolato fondente all'85%, quantità sufficiente per 2 strati (cioè solo all'interno, se la torta sarà decorata con pasta di zucchero).
Se invece preferite anche fare la copertura (oltre il ripieno) con il cioccolato, usate 500 gr di panna e 500 di cioccolato fondente all'85%.
Battere i tuorli con lo zucchero per almeno 10' (con qualche goccia d'acqua montano meglio).
Una volta ben montati i tuorli (saranno bianchi) aggiungere alternando cucchiaiate di farina e di burro sciolto.
Stemperare il lievito nel latte fatto prima scaldare con i semini della bacca di vaniglia (e poi lasciato intiepidire), e aggiungere rapidamente al composto.
Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e unire anch'essi, delicatamente.
Versare in una tortiera foderata di carta da forno e cuocere a 180° per almeno 25', poi abbassare a 130° per altri 35' circa.
Una volta trascorsi 20' da questo abbassamento della temperatura, fare la prova stecchino: dipende dai forni, comunque in questa fase finale è bene seguirla un po'. ;-)
Capovolgerla su una gratella e farla raffreddare. La capovolgo perchè così la parte superiore (inferiore nella teglia) risulterà piatta e liscia, e si può decorare meglio.
Una volta fredda tagliarla dividendola orizzontalmente in TRE parti.
Bagnare gli strati con un miscuglio di cognac e latte in parti uguali (o comunque, in caso, meglio che sia di più il latte), ben bene. Tutte le torte secondo me sono ancora più buone se si utilizza soprattutto latte per bagnarle, l'ho scoperto quando le mie figlie erano piccole.
Io bagno anche esternamente la parte superiore della torta.
Fondere il cioccolato nella panna liquida calda, girando con una frusta. Spargere la ganache sugli strati di torta e riassemblare.
Ricoprire con il cioccolato o con la pasta di zucchero, o con una semplice glassa bianca, ed eventualmente aggiungere violette candite e palline d'argento...
Malgrado la devastazione, i boschi di castagno in questo periodo saranno al massimo del loro splendore, con il magnifico novembre che questo autunno 2011 ci sta regalando, il cielo pulito, i colori netti, la luce dorata sulle foglie che cambiano colore...
Chiusola |
Alcune notizie sulla Val di Vara:
Cenni storici e paesaggistici sulla Val di Varae anche qui
da cui è riportato il brano seguente:
"Fino a qualche decennio fa il castagno rappresentava per le famiglie contadine, e in particolar modo per le zone rurali della Vallata, un importante risorsa alimentare ed economica.
Esso in quest’ area ha rappresentato nel corso dei secoli un elemento importante che può far parlare di civiltà del castagno. Intorno al castagno si sono sviluppate molte attività agricole. Con il legno pregiato e robusto del castagno si possono fabbricare bellissimi mobili anche se con il passare degli anni presentano a segni di tarlatura; molte persone continuano ad apprezzarlo.
Con i polloni di castagno opportunamente scaldati nel forno, spaccati e ripuliti con sgorbie di ferro, si potevano intrecciare canestri di ottima fattura e molto adatti al trasporto dei frutti della terra.
In quanto al frutto del castagno, nelle sue varie utilizzazioni, è stato per secoli una presenza costante nell’ alimentazione dei contadini di questa zona rappresentando per quelle popolazioni, fino agli anni 50, una delle risorse alimentari più importanti . Ancora oggi le castagne vengono consumate fresche mediante bollitura e vengono chiamate in dialetto ‘balletti’se cotte con la buccia, ‘peae’se bollite senza buccia. Le caldarroste in dialetto ‘rustie’ spesso in passato rappresentavano il principale e unico alimento di un pasto.
Dal legno di castagno si estraeva il tannino fortemente utilizzato nelle concerie di pellami, e la cui estrazione, intensiva negli anni ’20 ’30 ‘50’, è stata la causa del grande impoverimento del patrimonio boschivo del castagneto da frutto.
L’ uomo ha vissuto per secoli quasi in simbiosi con il castagneto; lo dimostrano le tante espressioni dialettali a esse legate e le diverse manifestazioni folkloristiche presenti tuttora sul territorio.
L’ ALBERO DEL PANE
Il castagno è un albero maestoso,la sua diffusione è tipicamente mediterranea: nell’Europa meridionale, nell’Asia occidentale e nel nordafrica la tradizione vuole che il suo nome derivi dalla città del Ponto “Kastanus”, ed è particolarmente diffuso in Liguria dove si conta la più alta densità di castagneti .Nella Val di Vara il castagno è stato ampiamente coltivato e sfruttato: l’alta Valle, si presenta come una immensa distesa di castagneti sui versanti del M. Gottero, lungo la Costa dei Lagazzi e la Costa Legnina, lungo la Costa di Travaglio e sopra Sesta Godano.
Lo sfruttamento del castagno cominciò nell’Alto Medioevo, le popolazioni dell’Italia settentrionale anche i liguri soffrivano, negli ultimi secoli dell’ impero romano. Il castagno è da sempre vissuto in simbiosi con l’uomo; dove c’era il castagno, lì è giunto l’uomo e dove non c’era l’uomo lo ha piantato.
La coltura del castagno è stata un elemento indispensabile alla vita delle popolazioni delle zone montane.
Tanti erano i modi di consumare le castagne: potevano essere mangiate fresche, arrostite (durante le veglie), cotte e pelate e poi messe in scodelle con il latte oppure bollite con la buccia.
Le castagne secche erano la base dell’alimentazione della gente di montagna: venivano cucinate nel latte assieme al riso oppure nel brodo in cui si inzuppavano crostoni di pane insaporiti con aglio, o ancora si potevano far bollire con gli scarti della lavorazione del maiale: le “castagne grasse” dei giorni di festa; con la farina si preparava il castagnaccio. Per la sua importanza il castagno venne definito “l’albero del pane”.
Rocchetta Vara |
Qui il codice IBAN della Cooperativa di Rocchetta:
e qui si può scaricare materiale utile a chi vuol visitare la Val di Vara:
http://www.turismoprovincia.laspezia.it/it/cosa-fare/download
Nessun commento
Posta un commento